Resoconto seminario: "Max L. Wagner" Stampa
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Nella mattinata di sabato 01 dicembre l'Associaziione Culturale Sarda "G. Deledda" ha presentato presso l'Aula Magna del Palazzo Matteucci di Pisa il prestigioso seminario incentrato sulla figura dell'illustre glottologo e linguista tedesco Max Leopold Wagner.

 

IL GRANDE LINGUISTA MAX LEOPOLD WAGNER RICORDATO A PISA A 50 ANNI DALLA MORTE

Per dar conto dell’importanza del grande linguista tedesco Max Leopold Wagner e del suo legame con il  sardo sono particolarmente efficaci le parole di Giulio Paulis, il principale conoscitore ed esegeta delle sue opere: «raramente lo sviluppo delle conoscenze scientifiche su una lingua è legato alla figura di un singolo studioso come è accaduto per il sardo con Max Leopold Wagner».

E proprio a Wagner, è bene ricordarlo oggi, si deve la più decisa e intransigente difesa (assolutamente ineccepibile dal punto di vista scientifico) dell’autonomia linguistica del sardo rispetto ai dialetti italiani già negli anni venti del secolo scorso quando, anche in ambito accademico, ancora si tentava di negare, o per lo meno di mettere in discussione, l’esistenza di una lingua sarda davvero indipendente dal sistema italiano.

A cinquant’anni dalla morte, il grande linguista bavarese è stato ricordato a Pisa nel corso di una mattinata di studi promossa dall’Associazione Culturale Sarda “Grazia Deledda” e dalla FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), in collaborazione con il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e grazie al contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Pisa.

Nell’aula magna storica di Palazzo Matteucci hanno portato i saluti della cittadinanza e dell’Università la presidente del Consiglio Comunale Titina Maccioni e il prof. Franco Fanciullo, docente di Glottologia a Pisa nonché direttore de L’Italia Dialettale, la storica rivista fondata da Clemente Merlo nel 1924, nella quale Wagner pubblicò un importante studio sulla morfologia nominale e verbale del sardo antico e moderno.

Nel corso della mattina si sono succeduti gli interventi dei linguisti Giulio Paulis (docente di Glottologia a Cagliari), Giovanni Lupinu (docente di Glottologia a Sassari), Lucia Molinu (docente di Linguistica Romanza a Tolosa, Francia) coordinati da Simone Pisano (assegnista di ricerca presso l’Università di Sassari).

Tutte le relazioni, sebbene inerenti a ambiti di ricerca differenti, hanno ribadito la validità dell’insegnamento fondamentale di Wagner, che, facendo suo un motto di Goethe (Ein Blick ins Buch und zwei ins Leben ‘uno sguardo ai libri e due alla vita’), sosteneva l’assoluta necessità di conoscere una lingua penetrando i valori spirituali e materiali della cultura osservata. Una linguistica, dunque, capace di “sporcarsi le mani” con la ricerca sul campo, indispensabile per l’analisi dei dati e la loro sistematizzazione.

Sia che si parli di etimologia, come ha brillantemente dimostrato Giulio Paulis, sia che si studino i testi antichi e le dinamiche tra lingue di superstrato, come ha evidenziato con puntualità Giovanni Lupinu, sia che si discutano le complesse dinamiche tra fonetica, morfologia e sintassi delle varietà sarde contemporanee oggetto del contributo di Lucia Molinu e Simone Pisano, la conoscenza, non marginale, della realtà storica e culturale che la lingua esprime, costituisce un punto di partenza irrinunciabile.

Quasi a ribadire questo concetto, l’evento è stato chiuso dalla compagine musicale Unda di lu mari, fondata da alcuni giovani sardi residenti a Pisa e nella provincia, che ha riproposto alcuni canti della tradizione popolare delle diverse zone dell’isola.

Le armoniose voci di questo inconsueto ensemble, in cui la tradizione musicale gallurese si incontra con eleganza con quella della Barbagia e del Gocèano, hanno così risuonato nella bella sala dell’Ateneo Pisano.

Soltanto una nota stonata, purtroppo, evidenziata dalla presidente della FASI Serafina Mascia: la Regione Sardegna, non ha ritenuto di dover partecipare a un progetto che avrebbe voluto portare Max Leopold Wagner nelle Università e negli istituti di cultura in Italia e in Europa, vista anche l’attenzione del mondo scientifico internazionale per la nostra lingua. − In tempi difficili ha ribadito la presidente dell’Associazione culturale  sarda “Grazia Deledda” Pierangela Deriu − la crescita sociale e culturale nostra e delle realtà nelle quali lavoriamo, è purtroppo affidata alla rete di solidarietà fra le nostre associazioni, nonché alla ricchezza delle competenze dei nostri soci. −

Un patrimonio notevole che negli ultimi anni ha saputo organizzare, con la sola forza del volontariato, eventi e iniziative per la promozione dell’isola, collaborando con enti e istituzioni locali. Peccato che, talvolta, la classe politica isolana sembri non accorgersene.